
pubblicato il 27 Aprile 2025
alle
23:34
Se quello che vogliamo è un vero cambiamento per spodestare la Meloni forse sarebbe il caso di lasciar stare Mussolini e pensare a questioni più concrete, abbiamo città invivibili con una delinquenza mai vista, ad oggi di Benito e di qualche nostalgico non ho paura ma il pericolo è altrove, quel pericolo che voi ignorate nella speranza che vi porti qualche voto.
SVEGLIATEVI
pubblicato il 26 Aprile 2025
alle
12:20
L’incontro con la stampa si terrà martedì 29 aprile alle ore 12 presso la Palazzina dei Mulini.
Alla conferenza stampa parteciperanno il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini, il Direttore Regionale dei Musei Nazionali della Toscana Stefano Casciu, il vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici del Comune di Portoferraio Claudio De Santi, il Direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche Andrea Camilli, l’Architetto Luca Gulli, Responsabile Unico di Progetto dell’intervento di restauro e i progettisti dello studio Bellesi Giuntoli Silvia Bellesi e Lorenzo Pacini
Non serve un assessore serve lavoro e impegno, speriamo che arrivino i risultati
da
Campo nell'Elba
pubblicato il 26 Aprile 2025
alle
9:30
Ero un ragazzo, ma rammento che non la prese bene.
Venendo alle sue affermazioni, esse non sono veritiere e vanno corrette per dovere nei confronti dei lettori:
1) Bontempelli scrive: “si lamenta per dover abbattere i bagni a Fetovaia perché abusivi”, quando gli unici bagni di Fetovaia a non essere mai stati abusivi sono stati i Bagni Barbatoja sul Demanio essendo stati autorizzati ab origine dalla Soprintendenza il 5 maggio 1961 a differenza degli altri di Fetovaia, realizzati abusivamente e sanati tre volte dal Comune tra gli anni ’70 e 2000 (possiedo la relativa documentazione rilasciata in copia dalla Procura di Livorno).
Noi ci lamentiamo del fatto che:
A) il Comune ha qualificato “costruzioni edilizie abusive” causa di decadenza delle concessioni dei semplici pergolati in legno precari e smontabili autorizzati nel 2017 con progetto approvato dalla Soprintendenza e dagli altri Enti competenti;
B) i giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune nonostante i pareri contrari del genio civile in CTU nel 2021 e in Autorizzazione Idraulica nel 2022 e della Regione Toscana che ha approvato la Relazione Hydrogeo che ha dichiarato anch’essa la conformità edilizia e idraulica a norma di legge dei Bagni Barbatoja;
C) il Consiglio di Stato per dare ragione al Comune ha introdotto i criteri di “stabilità” e “durevolezza” non contemplati dalla normativa che indica solo i requisiti di “precarietà” e “facile amovibilità” da noi rispettati; ed abbia addirittura contraddetto la propria giurisprudenza in materia di pergolati, che afferma che quando sono come i nostri privi di pareti e copertura non necessitano di licenza edilizia.
Di questo ci lamentiamo.
Per queste ragioni abbiamo chiesto la revocazione delle sentenze per grave errore di fatto e se ci sarà negata non ci fermeremo qui.
2) Scrive abbiamo “abbattuto” lo stabilimento balneare, quando lo abbiamo semplicemente smontatio con svitatori elettrici e riposto dopo avere depositato regolare CIL di rimozione di manufatti precari, pronti per un prossimo riutilizzo (si spera).
3) Scrive anche che il Barbatoja non era il primo stabilimento dell’Elba e ne cita altri noti, ma se si informa bene scoprira’ che il nostro fu proprio il primo del dopoguerra autorizzato nel lontano 1961 e che gli altri da lui citati seguirono anni dopo; ad esempio il concorrente Pino Solitario solo nel 1971, dieci anni piu’ tardi.
4) Scrive infine, imprudentemente, che “e’ falso” quanto da noi riferito in merito all’articolo pubblicato dal magazine 7 del Corriere della Sera sui Bagni Barbatoja, quando non è vero quanto da lui scritto.
Ci sono testimoni che nel caso potranno confermare che il nostro direttore fu contattatato telefonicamente dal giornalista del Corriere della Sera per un servizio sui Bagni Barbatoja commissionatogli dalla redazione e quando chiedemmo lumi sulle ragioni che li avevano condotti a noi ci fu risposto che era stata la redazione a fare la scelta seguendo criteri di esclusivita’ e fama internazionale tra quelli più antichi per selezionarne 7 fra Italia (4), Francia (2) e Grecia (1).
Questi sono i fatti e il signor Bontempelli sarà bene se ne faccia una ragione.
Stefano Martinenghi
pubblicato il 23 Aprile 2025
alle
21:11
Non finirò mai di ringraziare il pd toscano per averci portato a questa situazione.
Poi nel tempo anche i sindaci hanno fatto poco per liberarci dal male.
pubblicato il 21 Aprile 2025
alle
12:53
pubblicato il 21 Aprile 2025
alle
12:51
Le chiamate fraudolente da numeri falsificati (un fenomeno che tecnicamente prende il nome di spoofing) arrivano spesso da parte di soggetti che si spacciano per aziende conosciute e affidabili come Enel Energia, sfruttando il loro nome, con una condotta ingannevole che danneggia non solo i clienti ma anche le aziende più serie e affidabili.
Enel è da sempre in prima linea nella lotta contro le chiamate fraudolente e segue regole precise: effettua chiamate solo tramite numeri fissi riconoscibili e ricontattabili, anticipando la comunicazione ai suoi clienti con un SMS.
Nel 97% dei casi, le chiamate fraudolente provengono da numeri generati ad hoc, inesistenti e non richiamabili. Enel auspica, quindi, che, con la collaborazione di tutte le autorità competenti, si possa arrivare rapidamente a uno stop del fenomeno agendo direttamente all’origine del problema, attraverso l’adozione di misure e provvedimenti già possibili che blocchino le chiamate provenienti da numeri falsificati.
Se un cliente riceve una telefonata a nome dell’azienda può verificare sul sito, al link https://www.enel.it/it-it/assistenza/luce-gas/verifica-chi-ti-ha-chiamato, se il numero di telefono appartiene a un canale autorizzato e segnalare eventuali truffe.
Solo nel 2024, Enel Energia ha ricevuto ben 9000 segnalazioni, che hanno portato a presentare numerosi esposti all’Autorità Giudiziaria.
pubblicato il 21 Aprile 2025
alle
12:50

da
Portoferraio
pubblicato il 18 Aprile 2025
alle
12:17
Dal 2017 visitiamo l’isola d’Elba ogni due anni. Amiamo moltissimo l’ospitalità, la cultura e la natura dell’isola. Domani torniamo in Belgio con la famiglia dopo due settimane di vacanza, ma sento il bisogno di condividere una preoccupazione.
Non abbiamo mai visto così tanti rifiuti nella natura come questa volta. Su quasi ogni piccola spiaggia si trovano rifiuti sufficienti a riempire un grande sacco nero della spazzatura. E questo è esattamente quello che facciamo con la nostra famiglia. Troviamo soprattutto bottiglie di plastica e polistirolo. Sulla piccola spiaggia vicino a Rio Marina, tra i rifiuti, abbiamo trovato anche tre siringhe usate. Si tratta di un luogo dove spesso giocano e nuotano i bambini.
Parte dei rifiuti arriva dal mare, ma in gran parte viene trasportata dai fiumi durante le forti piogge, portando con sé i rifiuti dall’entroterra. E nei corsi d’acqua non ci sono filtri.
Nei boschi intorno a Rio Marina abbiamo trovato lastre di amianto abbandonate e centinaia di cartucce di plastica lasciate dai cacciatori. Due anni fa ho già segnalato la situazione alle autorità locali, ma quest’anno la zona era di nuovo piena.
La lettera è firmata
da
Portoferraio
pubblicato il 18 Aprile 2025
alle
12:16
Il 18 aprile, in contemporanea con la proiezione del documentario di Stefano Muti che ripercorre la vita del tenore elbano Renato Cioni, si inaugura negli spazi esterni al Loggione del Teatro dei Vigilanti, l’esposizione permanente IL TEATRO E LA SUA STORIA. L’esposizione è stata curata dalla Cooperativa Alké Servizi Culturali sulla traccia dei libri di Giuliano Giuliani, di Fortunato Colella e attraverso documenti di Archivi storici pubblici e privati, isolani e fiorentini. Quindici pannelli, realizzati graficamente da R2 Grafica di Portoferraio su progetto dell’Architetto Leonello Balestrini – che realizzò la sua tesi di laurea proprio sul Teatro – ci raccontano la storia dell’edificio e, contemporaneamente, quella della città, offrendoci varie e molteplici informazioni e approfondendo molti temi sconosciuti ai più. La presenza di numerosi QR code contenenti le traduzioni in francese, inglese e tedesco curate da Virginia Balestrini, permettono al pubblico straniero di apprendere la storia del Teatro e di riconoscere nella sua struttura le tracce della sua origine. Un topolino stilizzato, ideato dall’illustratrice Beatrice Gaspari, collocato ad altezza di bambino spiega, sempre attraverso i QR code in quattro lingue, in modo simpatico e semplice, il contenuto essenziale del pannello mentre, ricercati da Marina Segnini, altri QR code rimandano a filmati della RAI e dell’Istituto Luce che approfondiscono i temi affrontati nel testo. Aprono e chiudono l’esposizione due brevi video girati da Alex Catardi, uno con protagonista l’architetto Balestrini che racconta il primo intervento di restauro del Teatro e uno della figlia di Renato Cioni, Cristina che ricorda il suo rapporto con il famoso padre. Dopo l’apertura del 18 aprile, l’esposizione rimarrà a disposizione del pubblico con l’orario di apertura del Teatro e offrirà, in date da stabilire, visite guidate da parte delle curatrici.
da
portoferaio
pubblicato il 18 Aprile 2025
alle
11:04
pubblicato il 17 Aprile 2025
alle
9:50
da
Portoferraio
pubblicato il 16 Aprile 2025
alle
6:40
da
Capoliveri
pubblicato il 15 Aprile 2025
alle
23:30
pubblicato il 15 Aprile 2025
alle
22:00
Ora mi chiedo, riguardo Portoferraio, visto che l'attuale amministrazione aveva provato a cominciare con alcune opere indispensabili, parlo del taglio dei pini a San Giovanni e del rifacimento dell'asfalto in via Carducci via manganaro, perché qualcuno ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote e bloccare tutto? Vi rendete conto che siamo vicini al disastro e facendo così non fate che peggiorare? 5 anni di niente non sono bastati?
da
Portoferraio
pubblicato il 15 Aprile 2025
alle
10:26
pubblicato il 15 Aprile 2025
alle
10:12
pubblicato il 14 Aprile 2025
alle
18:54
da
Campo nell'Elba
pubblicato il 14 Aprile 2025
alle
17:05
da
Portoferraio
pubblicato il 14 Aprile 2025
alle
17:02