GRANITO ED ECOMUSEO
RICHIESTA INFORMAZIONI A DINI, BALDETTI, MONTAUTI E GLP.
avete letto i post sul granito? Un anonimo camminatore ha riassunto alcune vicende relative all·Ecomuseo (Ecomuseo... parola contenuta anche nel progetto di Galenzana e Capo Poro) e ha parlato di un "comitato scientifico".
Si può sapere il vostro pensiero in merito?
A me sembrerebbe un·iniziativa lodevole da "governare" anche dalla minoranza, sopratutto in materia di controllo delle spese, visto che un consigliere di minoranza era stato nominato per questo tema.
1) a che punto è l·Ecomuseo?
2) a che punto è il Museo del Granito?
3) esiste un comitato scientifico?
4) sono state pagate parcelle a professori?
Grazie
Paolo
113256 messaggi.
Scrive Guido Riccio a Bruno Paternò :
“ Si ricordi che quando Lei sbarcò all·Elba il turismo c·era già e nessuno si accorse del Suo arrivo; quando Lei se ne andò via, il turismo continuò ad esserci come prima e nessuno, ma proprio nessuno, si accorse che Lei non c·era più . “
Io sono un rappresentante di commercio che vende prodotti per l’industria alberghiera. Conosco bene Paternò e la sua correttezza. Inoltre mi sembrava proprio che gli alberghi che dirigeva o gestiva lui aumentavano costantemente le presenze e quindi i consumi che mi riguardavano. Più presenze nei suoi alberghi, più consumi e vendite per le ditte che rappresento.
Ora desidero fare una osservazione che vuole essere scherzosa : Nessuno si accorse dell’arrivo del Paternò, dice il Signor Riccio né al suo arrivo né alla sua partenza. Io, e le ditte che rappresento, invece, ce ne siamo accorti , della sua partenza, ed anche dispiaciuti materialmente.
Dato che le presenze degli alberghi sono calate, dalla partenza di Paternò, di circa il 15-20%, sarà meglio che Paternò torni alla svelta nella sua isola verde&blu o che almeno ci si avvicini un po’ per vedere se la tendenza si inverte ….
Guido, anch’io, la macchina da mattina a sera.
W GRANITO
Ringrazio per l·interessante riassunto.
purtroppo è l·ennesimo treno perso.
Non capisco perchè il comune non sia in grado di sviluppare autonomamente un programma di manutenzione e segnalazione dei sentieri. Attenzione! non è solo compito del Parco o della Comunità Montana avere cura del territorio. Faccio un esempio: dalle "scalinate" di Marina di Campo si accede a Galenzana e Capo Poro dove c·è un faro di segnalazione. Non esiste un cartello in tutto il paese. Bene, in qualsiasi posto del mondo si vada dove ci sia un faro c·è indicato il sentiero che vi ci conduce.
Non c·è bisogno di chiedere al Professore di turno se sia il caso di segnalare questa attrattiva storico ambientale. Ci vuole la volontà politica di far fare le cose, possibilmente in economia.
In realtà un progetto c·era per Capo Poro, costava solo 700 milioni al comune + altri 700 milioni di finanziamneti europei!!! Il bello è che il progettista anche se il lavoro rimane sulla carta percepisce un bel gruzzolo di parcella.
Le cose utili, di buon senso ed economiche non si fanno mai!
Speriamo che a S.Piero si riesca a far funzionare con poco una cosa così semplice.
Ricordo anche un altro progetto di cui si è persa traccia, si chiamava "Il giardino tra i 2 golfi ", non è stato fatto niente anche in questo caso. Se però esisteva un progettista dietro a questa iniziativa sarà stata pagato un altro inutile lavoro, rimasto nel cassetto.
Ma la domanda che viene spontanea è questa: perchè tutta questa mirabolante "progettualità" non arriva mai a niente di concreto? Non solo all·Elba.
Vedi caro GLP... il sospetto è che dietro ci sia solo una fabbrica di parcelle... di architetti, ingegneri, filosofi, matematici, tutti professori, che avranno tutti i timbri a posto e saranno pure iscritti agli Albi professionali.
In 17 anni che vivo a Marina di Campo non ricordo di aver visto finita una cosa che abbia poi avuto un riscontro sociale, turistico ed economico.
Tanti annunci e poi non cambia nulla.
ciao
DAL TG COM VI RIPORTO QUESTO ARTICOLO:
Semafori "taroccati": 4 arresti
Milano, Gdf denuncia 21 aziende
Le Fiamme gialle hanno effettuato quattro arresti e denunciato 21 amministratori di imprese che fornivano ai Comuni i dispositivi elettronici per la rilevazione delle infrazioni. La Guardia di finanza di Milano ha scoperto una serie di manipolazioni in appalti di 29 enti locali sparsi sull·intero territorio nazionale: le accuse vanno da associazione a delinquere a turbativa delle commesse pubbliche.
Gli accertamenti hanno riguardato in totale 130 comuni e hanno portato alla denuncia delle 21 persone: oltre ai quattro arrestati, sono iscritti nel registro degli indagati 17 pubblici ufficiali, responsabili nei vari Comuni delle gare di appalto. Per quattro di loro, sono stati contestati anche l·abuso di ufficio e il peculato.
Le indagini hanno accertato la manipolazione di appalti di 29 comuni in tutta Italia. In alcuni casi, in accordo con gli amministratori pubblici, sarebbero state invitate alla trattativa privata per la fornitura delle telecamere e degli autovelox soltanto "le imprese affiliate al cartello gestito dagli arrestati", mentre in altri casi venivano inseriti nei bandi di gara dei requisiti che escludevano di fatto tutte le altre aziende.
Da quanto emerso dalle indagini, i Comuni non acquistavano direttamente i dispositivi elettronici ma li noleggiavano, pagando le imprese fornitrici con una percentuale sulle contravvenzioni: le aziende posizionato le apparecchiature su strade a scorrimento veloce, in modo da ottenere una maggiore remuneratività. La Guardia di finanza ha sequestrato vari dispositivi, tra cui T-Red, autovelox e autobox.
Non ci conosciamo, La prego di scusare l·intromissione.
Frequento l·Elba da tanti.....tanti anni. Ho sempre lodato l·ospitalità,cordialità, professionalità degli Elbani. Eppure, alcuni anni fa, rimasi stupita dall·accoglienza riservataci da un Albergo, di cui Paternò era Direttore.Quella di mio marito e mia, era la classica fujtina dell·ultimo minuto, in occasione di anniversario molto intimo. Al solito sbarcammo all·Elba con l·ultimo traghetto, in bassa stagione, qundo ormai era già tutto chiuso, anche la cucina dell·Albergo. Eppure, in camera, ad accoglierci , abbiamo trovato un·eccellente cena fredda, una rosa ed una bottiglia di Champagne, omaggio dell·Albergo.
Ho ritrovato, per caso, il Dott. Paternò su questo blog, solo allora ho scoperto che proveniva da Rimini. Nei miei ricordi era ed è l·espressione della mitica gentilezza ed ospitalità elbana.
Mi auguro che il Direttore abbia dimenticato questo episodio. Avrei preferito rimanere nell·anonimato, ma, verità lo esige.
PS per il Direttore Paternò: Sono felice che l·Elba abbia anche la Sua voce. Purtroppo classe ed intelligenza non sono in vendita. Merce rara.
u
Con prodotti locali si risparmia
(ANSA) - ROMA, 17 SET - Il dimezzamento dei trasporti di cibi e bevande con una maggiore presenza di prodotti locali e di stagione puo· far risparmiare fino a 5 mld.Cosi· Coldiretti, che ha inaugurato a Milano il primo farmers market metropolitano Made in Italy con l·offerta esclusiva di prodotti locali.·Con il caro-carburante - dice Coldiretti - si impennano i costi dei trasporti degli alimenti che arrivano a pesare anche piu· del cibo in se·,soprattutto per quelli importati da lunghe distanze con mezzi inquinanti·.
Per qualche pep in meno e qualche orto in +!
Saluti
Che brutta piega abbiamo preso. Siamo davvero strani noi italiani moderni, sempre pronti a borbottare, a contestare, bastian contrari per natura. Bastian contrari, però, con lo stile dell·avventore di taverna; siamo tuti in disaccordo, anche con chi, spesso, esprime idee a noi vicine. Pronti a lamentarci di tutto e tuttavia pronti, nel contempo, a sbranare chi prova ad indicarci i motivi. Lamentarsi va bene ma guai a chi ci chiama in causa. Guai a chi tenta di aprire gli occhi, guai soprattutto a chi espone il problema e osa non risolvercelo... che diamine!
Certo, l·egregio Paternò potrebbe anche risanare l·ILVA. Non facendolo si merita tanto biasimo e tanta acredine? Beppe Grillo ci rammenta che di inquinamento si muore, ha ragione ma.. come si permette? e poi lui gira col machinone... che schifo!
E tutti questi sciocchi che si lamentano delle amministrazioni risibili, dei servizi inesistenti, della boria di chi ha solo un briciolo di potere: perchè invece non si impegnano un po· per risolvere tutto, facendoci pure una telefonata quando hanno finito?
Cari i miei isolani, DOC, DOCG, o magari anche tarocchi come me; quando quest·inverno sarete costretti a prendere un traghetto e questo non partirà per le più strampalate ragioni (del resto conviene muovere una nave per quattro gatti?) ripensate a quel simpatico ACHAB che non ha mai esitato davanti alla balenona azzurra armato magari di uno spiedo arrugginito.
Un saluto ed un sorriso a tutti
Cerco di spiegare brevemente cosa sia, o forse è meglio dire cosa sia stato, il museo del Granito (anche se in realtà sarebbe stato solo un tassello di un progetto più complesso dell·ECOMUSEO) ideato dal Comune di Campo nell·Elba.
L·inquadramento giurdico dell·istituto non è a me conosciuto, so solo che,ad un certo punto, nasce l·idea di creare un gruppo, cui far partecipare un membro per ogni associazione di volontariato con sede nel Comune, per creare alcuni percorsi storico-ambientali riscoprendo i vari sentieri presenti sul territorio.
I membri non percepiscono, come in effetti non hanno mai percepito, alcun compenso.
Ogni associazione sceglie il proprio rappresentante ed il Comune nomina all·interno del Consiglio Comunale due membri, uno in rappresentanza della maggioranza consiliare ed uno della minoranza.
L·iniziativa è, a mio avviso, lodevole e trae fondamento su alcuni progetti già messi in opera in Grafagnana.
Viene indetta la prima riunione e, sorpresa delle sorprese, oltre ai volontari delle associazioni locali ecco spuntare il Coordinatore. Figura di dubbia utilità in un contesto di persone che vivono quotidianamente nel mondo reale, quindi capaci di affrontare le problematiche del nuovo istituto. Andando a vedere il regolamento istitutivo dell·Eco museo si vede chiaramente che tale figura di coordinamento dovrebbe essere nominata dal consiglio dell·E.m. stesso, MA....non per il primo anno in quanto tale nomina spetta direttamente al Consiglio Comunale.
Dicevamo alla prima riunione si illustra il progetto, che era veramente interessante, e ad un certo punto si inizia a parlare di "Comitato scientifico". Il coordinatore propone delle nomine, di sicuro persone preparate, ma qualcuno gli fa notare che ci sarebbero migliori e maggiori esperti del settore da poter coinvolgere, ma niente da fare il coordinatore rimane sulle proprie posizioni e decide (in quanto coordinatore) di rinviare la decisione ad un successivo incontro.
Passano i giorni, dopo un mese, un mese e mezzo si ha le seconda riunione e viene evidenziato come sarebbe opportuno iniziare a mettere in pratica alcune fasi del progetto, ma come fare? Il Comune non ha versato nelle casse dell·EM neanche 1 € e diventa difficile attuare i progetti, allora un volenteroso benefattore (membro del Consiglio dell·EM) decide di anticipare di tasca propria i circa 1000 € necessari per la realizzazione di alcuni cartelli di segnalazione ancora presenti sul territorio. Sinceramente non so come sia andata a finire, se il nostro eroe abbia ottenuto il rimborso di quanto anticipato, non lo so perché, inspiegabilmente il Consiglio non è più stato convocato. Sono venuto a sapere per vie "traverse" che la delibera di costituzione dell·Eco Museo è risultata essere invalida, non so perché, fatto sta che al momento non credo esista più.Nel frattempo è scaduto anche il mandato del Coordinatore, questa figura misteriosa che mi ricorda molto il lavoro del pastore tra le pecore....e comunque sono praticamente certo che il pastore abbia comunque ricevuto dei compensi per il lavoro svolto (quindi per niente), si parlava di 1.000 € al mese per un anno, è poco, è vero però intanto i cartelli sono stati pagati dal Consigliere.
Il mio intervento ha lo scopo di far capire che, quando si parla di EM si deve tener presente che i membri (compresi i Consiglieri Comunali) non hanno percepito alcunché e che con i fondi a disposizione (pari ad € zero) è stato fatto anche troppo. Magari prendetevela con gli amministratori che hanno colto l·occasione per creare una nuova consulenza.
Non conosco Paternò di persona. Apprezzo di lui molti degli scopi per cui scrive e -perché no- lo stile.
Mi rendo pure conto che negli anni deve aver pestato tanti piedini a diverse persone che non c·erano abituate. La qual cosa di per sé mi parrebbe quasi una medaglia al valore.
Che dire? Io vivo in una capanna, però secondo me è lo stile che fa l·uomo. E chi non è d·accordo con Paternò dovrebbe almeno rispondere con altretttanto stile.
Per cui, se proprio devo scegliere, viva Paternò.
Ora sò nella Macchia ma del Matto...nessuna traccia....
Massima del giorno dalla macchia:
Oggi il RICCIO s·è cavato come na VIPERA con l·orso BRUNO.
Caro G.Luigi,
mi spiace contraddirti ma trovo che Riccio abbia perfettamente ragione entrando anche nel merito o in maniera corretta.
Sulle presunte malcelate offese (dalle quali mi dissocio credo abbia solo reso pan per focaccia a quelle più celate di Paternò sull·elbanità. Quello che sostiene il sig. Riccio è inconfutabile. Della mancanza del sig. Paternò nessuno si è accorto. Mi sembra invece, e lo ribadisco, che il suo atteggiamento sia quello di uno dei tanti ct della nazionale improvvisatosi tale in un qualsiasi bar. saluti
Carlo
Egregio Signor Riccio,
non entro in merito sullo specifico argomento, e certo il sig. Paterno non ha bisogno delle difesa d·ufficio di chicchessia.
Tuttavia non posso non notare un film già visto. Quando qualcuno, chiunque, prova ad esprimere il proprio parere in maniera libera firmandosi e prendendosi le proprie responsabilità, c·è il tipo di turno che vomita una serie di contumelie e malcelate offese, queste si intellettualmente disoneste.
Non mi risulta che il Paterno abbia mai ostentato una presunta superiorità intellettuale, ha semplicemente espresso pareri a cui non lui stesso ha mai dato dignità di infallibilità.
Se lei ha avvertito nelle sue parole una presunta superiorità intellettuale, forse il problema è suo.
Sicuramente al Paterno non manca il coraggio e la voglia di dire cose che probabilemente danno noia a molti. E non mi risulta che la battaglie affrontate dal Paternò contro, ad esempio, il predominio incontrastato di una singola compagnia di navigazione (e che gli sono costate diversi "problemini" legali) siano pro domo sua . Mi perdoni, ma il suo post è, a mio giudizio (che è a suo volta tutt·altro che infallibile) pieno di acredine personale ed in certi passaggi addirittura odioso.
A Lei indubbiamente non piace Paternò, a me non piace affatto Lei.
Pazienza.
Buona giornata
G. Luigi
caro ennio riccio....se fare il direttore d·albergo volesse dire soltanto essere bravi a riempire io sicuramente non sarei così stressata.......
Caro Paternò,
non porti il discorso fuori tema perchè l·argomento non è l· elbanità, che comunque merita rispetto. Soprattutto il Suo. L· argomento è Lei, con i suoi atteggiamenti da primo fra i primi,con la sua autoglorificazione, con la sua ostentata superiorità intellettuale, con la sua facile demagogia,con la ricerca del consenso e del plauso, con la sua presunzione,con la sua arrogante verbosità.
Sempre sulla questione agenzia Ilva, aldilà dei suoi tentativi di confondere le acque, rimane il fatto che in qualità di "consigliere per moltissimi anni" della Associazione Albergatori, come lei stesso conferma di essere stato, ha la sua parte di responsabilità nel dissesto economico dell·Ilva, iniziato proprio in quegli anni.
Già, proprio in quegli anni in cui l·Associazione non era retta da Antonini & Co, bensì da coloro che Lei osanna e ritiene più capaci e più degni della sua stima.
Dai quali però, secondo convenienza, è subito pronto a prendere le distanze dichiarandosi "costantemente all·opposizione" e perchè tutto veniva deciso fuori dal consiglio,dai soliti noti.
Non c·è che dire,tali comportamenti, affermazioni e contraddizioni sono tipici dei "gentiluomini"come Lei spudoratamente si autodefinisce. Complimenti!
Sia meno birbante e la smetta di atteggiarsi a grande albergatore!
Mi risulta che Lei abbia condotto gli hotel Antares e Valleverde: due alberghi facili facili, di media dimensione, direttamente sul mare, con spiaggia privata, che soltanto grazie alle loro stesse favorevoli caratteristiche si riempivano da soli,senza alcun merito del Direttore. Ne mi risulta che privi della sua direzione siano poi rimasti vuoti.
Quindi non c·è niente di cui Lei possa vantarsi o essere preso a buon esempio.
Sà, noi qui all·Elba siamo abituati ai FENOMENI CHE VENGONO DA RIMINI a dirci come e cosa dobbiamo fare, salvo poi scoprirli incapaci e fanfaroni.
Si ricordi che quando Lei sbarcò all·Elba il turismo c·era già e nessuno si accorse del Suo arrivo; quando Lei se ne andò via, il turismo continuò ad esserci come prima e nessuno, ma proprio nessuno, si accorse che Lei non c·era più.
Tutto ciò che oggi rimane della Sua permanenza all·Elba sono i suoi improvvidi scritti su questo blog.
Veramente un pò pochino per tutto il chiasso che fà!
Ennio Riccio
Impressionanti, o Rispoli, le immagini delle condizioni in cui è ridotto il fosso del Botro : E questi pensano a rifare la piazza ! Per quella li trovano 1800 euro! Ma come a nostro carico? Nessuna delucidazione a proposito quando gli si chiede il chiarimento sul finanziamento. Tanto mi sa che lo dovremo pagare noi. A loro interessa lasciare segno perenne del loro passaggio in questo paese.
[COLOR=firebrick][SIZE=3]WATER FRONT DI PORTOFERRAIO, da Cavo a Pomonte solo paesi dormitorio?[/SIZE] Io la penso così di Chiara Casarosa - Leggi il post su [URL]http://ilvicinato.blogspot.com[/URL][/COLOR]

Ma se quest’anno mi va male la vendemmia, mi si fonde il trattore, la capra mi scappa perché si innamora del Tozzi, le lepri e i cinghiali mi ronzicano tutte le barbatelle, in pratica stò per fallire: Lo Stato mi aiuta a risanare i conti? Perché all’Alitalia si, e a me no? Ma come mai tanto interesse per un·azienda? Solitamente, se un·azienda sbaglia, fallisce: o no? Cosa succede, infatti, a tante persone che non riescono a far quadrare i conti della propria azienda? Falliscono e basta. E non mi sembra che i MEDIA si occupino di questi casi, che sono tanti, purtroppo, eccome se sono tanti. Tante persone, attualmente, hanno problemi con le proprie attività, ma, ripeto, sono sole e abbandonate. Perché lo Stato non aiuta anche queste persone? Perché ad un povero commerciante che si dovesse trovare in difficoltà economiche, ad esempio, non é concessa la stessa possibilità? Perché una ditta artigiana, altro esempio, che si potrebbe trovare ad affrontare problemi economici, é abbandonata dalle istituzioni?
Cari giornalisti, pensateci due volte prima di pubblicare e/o mandare in onda qualche articolo e/o servizio riguardante la "compagnia di bandiera" Alitalia!
Perché i MEDIA non pubblicano gli stipendi dei megamanager dell·Alitalia?
Anche voi dipendenti bancari(che fate quello che il padrone ordina), pensateci due volte prima di minacciare chi dovesse trovarsi in difficoltà economiche per essere andato in rosso o con il fido o con i vari prestiti. Voi dipendenti bancari, lavorate per le banche che sono intervenute, sembrando compiere delle opere caritatevoli, per salvare l·Alitalia! Perchè, anche in questo caso, le banche sono intervenute, eccome se sono intervenute!
Antifascisti? Anche se tutti noi no
Categoria : Opinione
Di Dario Reinardi Dopo le polemiche innescate dalle parole di La Russa e Alemanno prima, e soprattutto da Fini poi, in merito alla questione “Rsi.-fascismo-antifascismo”, stranamente per diversi giorni ho pensato all´inno irlandese. Mi direte: “che diavolo c´entra l´inno irlandese?” In linea teorica proprio nulla, eppure certi suoi passaggi risuonavano prepotentemente nella mia mente, senza volermi abbandonare. Esiste in particolare un passaggio molto significativo di quel testo, che qui brevemente cito:
“I nostri padri combatterono prima di noi/ e lottarono sotto la stessa vecchia bandiera/ che fiera sventola sopra di noi/ Siamo figli di una razza combattente/ che mai finora ha incontrato disonore/ e come marciamo a fronteggiare il nemico/ canteremo una canzone da soldato”.
Pensando alla mia area politica, quella di destra, credevo fermamente anch´io come gli irlandesi di combattere sotto la stessa bandiera dove lottarono i nostri padri e nonni… Credevo anch´io di far parte di una razza combattente che mai aveva incontrato disonore (quantomeno fino a Fiuggi), pronti a marciare per fronteggiare i nemici.
Credevo davvero che nei nostri valori irrinunciabili ci fossero parole come dignità, fedeltà, onore.
Invece mi sono trovato a fare i conti con persone che ogni giorno abiuravano, disonoravano, tradivano, sputando sul piatto dove per anni avevano mangiato, offendendo pure la memoria di chi gli aveva preceduti e di chi aveva versato il sangue per difendere e mantenere viva una fede, un´idea, un onore. Appunto, credevo….
Tralasciamo le vicende fiuggiane, dal momento che ormai sono stati sparsi fiumi d´inchiostro sull´argomento. Tralasciamo pure le piroette finiane su tematiche come voto agli immigrati, legge 40, ingresso nel PPE e nel PDL, ed ovviamente quelle di carattere storico.
Tralasciamo tutto, dal momento che l´individuo in questione lo conosciamo bene, purtroppo….ma non possiamo certo far finta di nulla quando questo “signore” si spinge oltre, andando a parare su argomenti tipici di chi sta a sinistra. Sostenere che la destra debba riconoscersi nell´antifascismo,
quell´antifascismo nel nome del quale sono morti molti nostri connazionali e camerati, nel nome del quale ancor´oggi come allora la nostra comunità subisce violenze ed attentati terroristici, ecco, il solo voler far credere che sia questa la strada da seguire d´ora in avanti, mi lascia totalmente sbigottito. Ritengo che l´attuale presidente della camera non abbia ormai più alcun titolo per parlare a nome e per conto della destra italiana. Diventa quasi ridicolo quando menziona quel nome.
Egli ha scelto di andare al centro e forse fra qualche anno aspettiamoci pure dal personaggio in questione un´ulteriore virata, probabilmente a sinistra, magari seguendo le orme di un suo illustre ex compagno di partito, tale Fisichella, che dopo aver contribuito a fondare An, lo abbiamo poi ritrovato nella scorsa legislatura nel centro sinistra, alleato di Bertinotti, Diliberto e Caruso.
Si accomodi pure signor presidente della camera, entri nei palazzi che le competono, quelli del potere e della mancanza di dignità, ma la prego, non venga a darci lezioni su cosa dev´essere la destra italiana. La destra come è sempre stata intesa, fin dai tempi del MSI, è quella che non pretende di “restaurare” ma che allo stesso tempo si rifiuta categoricamente di “rinnegare”.
Il fascismo, se lo metta bene in testa on. Fini, per la destra italiana ha le stesse funzioni delle radici per una pianta. Non si possono tagliare. O meglio, per dirla alla Mussolini: “le radici profonde non gelano mai”.
Nel 1993 era proprio lei che rivendicava perentoriamente: “A cinquant´anni dalla fine della guerra nessuno può pretendere che il MSI faccia in qualche modo un´abiura di ciò che è stato. Non dobbiamo sconfessare un bel niente”.
In un libro si spingeva anche oltre, affermando:
“Sono convinto che l´intuizione mussoliniana di una terza via alternativa al comunismo e al capitalismo sia ancora oggi attualissima. Il nostro compito è di attualizzare, in una società postindustriale alle soglie del 2000, gli insegnamenti del fascismo che con la Carta del lavoro del 1927, l´Umanesimo del lavoro di Gentile e i 18 punti di Verona della Rsi, ha lasciato un testamento spirituale, dal contenuto profondamente sociale, dal quale non possiamo prescindere”.
Ecco, on. Fini, è questa l´identità e l´eredità della destra. Si ricordi di quando la sua mente era ancora connessa con la realtà del nostro mondo e della nostra comunità militante. Altro che destra antifascista! E´ come pretendere di sostenere che la terra è quadrata. Questo suo delirio è frutto di un virus che prende solo chi necessita di ambizioni di potere. Già, se non avesse preso quel germe, a quest´ora non avrebbe ottenuto la presidenza della camera e un domani forse quella del consiglio. Però avrebbe potuto guardarsi con dignità allo specchio. Ma purtroppo, per usare un termine andreottiano che forse le si addice: “il potere logora chi non ce l´ha.” A lei quest´astinenza le ha fatto così tanto male, da arrivare a sputare sul piatto dove per anni ha mangiato, a vomitare sulle tombe di chi l´ha sostenuta e di chi è morto anche per garantire a gente come lei di arrivare ad intraprendere una carriera politica, sotto le bandiere di un grande ideale. Ha persino sputato sulla memoria del suo ex padre spirituale, quel Giorgio Almirante che forse oggi si starà rivoltando nella bara, ma lo sappiamo, per lei non c´è limite al disonore, alla vergogna, all´ignominia. La bella vita, il potere, le ambizioni personali oltrepassano tutto e tutti. Questo è l´insegnamento che sta dando alle nuove generazioni. Complimenti!
Alle nuove generazioni invece io dico di rifiutarsi categoricamente di sostenere ed accettare un´ infamia come l´antifascismo, ricordandosi che il potere non dura per sempre, mentre l´onore e la dignità di una persona sì.
Forse saremo rimasti in pochi a lottare, a marciare, a cantare questa “canzone da soldato”, di gente che vuol combattere ancora per difendere “l´idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee”. E lo faremo, anche se probabilmente stando alle sue direttive, on. Fini, dovremmo unicamente intonare il
“de profundis”. Forse. Ma le dirò: a differenza sua e dei suoi lacchè, noi abbiamo ancora una dignità, e quindi al suo invito all´abiura ed al salto sul carro dei vincenti, rispondiamo fermamente: “anche se tutti, noi no!”
Dario Reinardi
Presidente associazione culturale
“Italia Nazionalista Cristiana”