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Forse mi sbaglio ma credo di no.
Una volta quando si chiedeva il suolo pubblico per effettuare dei lavori edili si deposita a una cauzione in modo che chi effettuata i lavori lasciasse il suolo pubblico come lo aveva trovato..... Bene, ora chiedo a codesta amministrazione se qualcuno a fatto un giro dove sono state rifatte le facciate, sopratutto quella del palazzo di "Rosa Costa" per capirsi.....mi chiedo come possa essere possibile lasciare un marciapiede in quelle condizioni e nessuno intervenga
LUCIANO CAMPITELLI CI HA LASCIATO.
ABBIAMO PERSO UN UOMO CON DEI VALORI CHE POCHI HANNO.
Un grande uomo di cultura, un Signore serio e riservato e di grande sensibilità, un Docente preparato e integerrimo, questo era “Il Professore” mio caro e vero amico.
Luciano Campitelli aveva 83 anni se ne andato senza che io abbia avuto il tempo di salutarlo, senza avere avuto il tempo di prepararmi a un distacco che ferisce di dolore la carne e l’anima. Il tempo ci ha visti uniti in tanti incontri, tanti confronti e tante battaglie per migliorare la Sanità Elbana. Insieme si combatteva come leoni.
L’amicizia non si perde, è spirito che non si cancella, che vive nei ricordi e nelle emozioni. L’amico si perde momentaneamente come tutte le persone care che ritroveremo nella vita eterna.
Luciano, grande amico mio, mi hai onorato, rallegrato e arricchito con la tua amicizia ora salutarti per sempre è difficile per tante ragioni. E’ doloroso e ingiusto e profondamente malinconico .
Luciano, col cuore gonfio mando le mie condoglianze alla tua famiglia. Ora la pace sarà con Te e potrai riposare in eterno con la Tua Signora e l’amata figlia.
Shalom caro Luciano, che il Signore Ti accolga tra i Buoni.
Il Tuo amico Francesco Semeraro.
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ESA, L'ENNESIMO DISSERVIZIO!
Domenica 26 u.s., non è stato ritirato il rifiuto indifferenziato nella zona del Brunello. Neanche nei giorni successivi. (Come accaduto ripetutamente i sabato con l'umido). Ad oggi giace esposto lasciando agli utenti il disgusto per un servizio pagato ma non effettuato.
Inutile chiamare il numero verde.... non risponde nessuno. A parte una voce registrata che va avanti all'infinito.
Il porta a porta avrebbe dovuto essere una grande risorsa e un risparmio per gli utenti. In realtà il costo è aumentato. Sono state assunte molte persone, non tutte meritevoli del posto avuto. Almeno i dirigenti, per la trasparenza, comunichino agli utenti del (dis)servizio, attraverso i mezzi di comunicazione le cause di questi spiacevoli mancati ritiri, nonché le scuse.
Personalmente, farei pagare una penale, consistente in uno sconto sulla fattura della TARI, per ogni giorno in cui il servizio non è stato effettuato.
SERVE UN PIANO DEL TRAFFICO INTERESSANTE ARTICOLO DEL 2020 DELL DOTT.FRATINI
Ho letto con molto interesse l’intervento di alcuni residenti del centro storico sulle problematiche del traffico cittadino.
Certo tra le proposte che vengono presentate alcune possono anche essere nel breve attuate, almeno in via sperimentale. Altre, invece, penso che abbiano bisogno di tempi più lunghi, di verifiche, di indagini che non possono essere effettuate improvvisando, alla buona, ma affidate a Soggetti che garantiscano una sicura competenza tecnica.
Rendere a senso unico la Via della Fonderia si può provare. Rendere più sicura “la circolazione dei pedoni” e in particolare dei turisti che da Via Sebastiano Lambardi e, aggiungo, da Via Garibaldi si recano alla Villa dei Mulini si può fare, ma l’eliminazione del parcheggio in Piazza della Repubblica forse richiede uno studio preliminare sulle sue possibili conseguenze e soprattutto non può non comportare l’individuazione e la predisposizione di sistemi di mobilità alternativi all’uso del mezzo privato per raggiungere il centro storico. In altre parole la cosa urgente che deve fare l’Amministrazione è affidare un incarico per la progettazione di un nuovo piano del traffico e un piano della mobilità urbana.
E fare in modo che tali piani, in coerenza con quanto scritto nel programma elettorale della attuale maggioranza, siano frutto di un “percorso partecipato con la cittadinanza”.
L’intervento di alcuni residenti nel centro storico sta a dimostrare che c’è voglia, tanta voglia da parte dei cittadini di partecipare, di contribuire a migliorare la vivibilità e l’immagine della nostra città.
In quello che è stato scritto c’è poi una cosa che mi ha fatto perticolarmente piacere. La esplicita richiesta di “verificare la legittimità (...) dei parcheggi dedicati alle forze dell’ordine nel piazzale di fronte alla Capitaneria”.
Tale verifica è assolutamente necessaria. E porterà a quello che da anni invano sostengo. Che le riserve di posti stabilite dalla Autorità portuale, fin dal 2007, nel piazzale antistante la Capitaneria di porto e davanti alla vecchia Caserma dell’Arma dei Carabinieri in Calata Argonauti, che credo siano ben 25, sono state ILLEGITTIMAMENTE concesse.
Altre riserve sono state disposte dalla stessa Amministrazione comunale. Basti pensare al terreno antistante la nuova caserma dei Carabinieri, destinato a pubblico parcheggio fin da quando la caserma fu costruita, ma di recente trasformato chiaramnete in area di sosta per le auto del personale dipendente dell’Arma e non per le auto di servizio.
Non so a quanto potrà ammontare la spesa necessaria per la redazione dei piani del traffico e della mobilità, ma so di certo che le risorse finanziarie l’Amministrazione ce l’ha e non poche. Basta dare una “sbirciata” al conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2019 approvato nell’ultimo Consiglio comunale per rendersene conto. L’avanzo è sempre più cospicuo. E poi non potrebbero essere utilizzati i finanziamenti concessi dall’Unione europea per il Progetto Elba sharing che si prefigge di favorire una mobilità sostenibile?
Giovanni Fratini
Allora io vi giuro che non ci capisco più nulla, a Rio sta succedendo di tutto, persone che prima non sapevi neanche dell'esistenza vengono a Rio in Piazza a parlare e cercare di convincere concittadini a far parte della squadra, ci sono anche quelli che a Rio hanno fatto danno e vorrebbero ripresentarsi in sotto forma di altra persona. Quindi a scansi di equivoci mi auguro che Corsini riesca a fare una squadra seria e non come quella che ha presentato la scorsa volta con tutti volta gabbana, magari con qualche Riese doc, ma con tante persone che vogliono bene a Rio e non pensino ai propri orticelli da far diventare grandi dimore.
Tagli alla sanità per 35 MILIARDI DI EURO NEGLI ULTIMI 25 ANNI, anche con i governi di DX, così come alla scuola, trasporti e università. Capisci chi ha preso la BATOSTA?
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Ma a Rio semo messi così male da dover prendere lezioni dai milanesi? Non sono riuscito a leggere tutto perché troppo lungo ma quel poco mi è bastato per capire che è arrivato l'ennesimo foresto convinto di potere istruire ed ergersi a guida di un popolo retrogrado. Un consiglio voglio darlo io a lui, la prossima volta scrivilo a puntate.
vorrei rispondere ad un articolo scritto dal dott. Fratini, ha ragione su tutto ma non condivido se non in parte l'ultima sua affermazione, tenga presente il Dott. Fratini che io proprietario di seconda casa non residente pago imu, tari, e tutti i balzelli che credo conosca bene, avrò pure il permesso di parcheggiare quando possibile e/o arrivare a casa ubicata nel centro di cosmopoli per scaricare la spesa? non dipende da me se i vigili non fanno i controlli , non dipende da me se si parcheggia dove non è consentito. Dott. Fratini non credo che lei abiti in centro anche se ci va spesso a prendere il caffè al famoso bar grazie
ARTICOLO INTERESSANTE DI FRATINI DEL 2020
RIFORMA SANITARIA
LA REALTA’ DELLA SANITA’ ELBANA E’ BEN DIVERSA DALLA PROPAGANDA.
L’obiettivo di questa riforma è di mettere il cittadino e le Comunità al centro del sistema sanitario Regionale. A promuovere questa ennesima iniziativa che escluderà come sempre i piccoli centri, le zone montane e insulari si sono mobilitati i massimi vertici della Regione e dell’ASL nord ovest che vanno nelle città e nei grossi centri della Regione (lì c’è la sicurezza del voto che presto chiederanno) a divulgare il “verbo” della buona sanità Toscana che per logica dovrebbe riguardare anche noi residenti delle Isole per garantirci una cura adeguata nuova nelle forme grazie alle case e agli ospedali di comunità oltre alle centrali operative con una rinnovata integrazione sociosanitaria e socio assistenziale partecipativo. Fondamentalmente questa riforma si prefigge di rafforzare il territorio in tutte le componenti potenziando l’integrazione delle cure domiciliari e lo sviluppo della sanità di iniziativa che faranno ridurre anche gli accessi in pronto soccorso garantendo così servizi adeguati e personalizzati ai cittadini.
I rappresentanti Istituzionali di questa riforma sanitaria, si guardano bene però di sbarcare all’Elba ad annunciarci che le nostre preoccupazioni e i nostri disagi legati alla sanità finalmente sono finiti poiché sanno che difficilmente saranno creduti perché il cittadino Elbano giudica dai fatti e non dalle o dalla continua propaganda che le vuol far credere di essere al “Centro del Sistema Sanitario Regionale” anzi, si sente sempre più defraudato di un sacrosanto diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana. L’Elbano non ha quasi più servizi sanitari territoriali in tutte le sue componenti, a lui sono quasi negati i servizi di diagnostica medica, radiologica e per immagini per una corretta prevenzione e cura. All’Elbano è quasi negata la cura, anche la più semplice sul suo territorio in tempi accettabili. VENITE SULL’ISOLA E PROVATE A CHIEDERE AI CITTADINI ELBANI SE SI SENTONO AL CENTRO DEL VOSTRO SISTEMA SANITARIO. ASCOLTATE ANCHE I SEMPLICI CITTADINI, LORO, POSSONO AIUTARVI A FARE MEGLIO E AD AVERE RISPETTO PER CHI SOFFRE E NON SA A CHI RIVOLGERSI. La realtà è ben diversa dalla propaganda.
Cari Signori, avete lasciato per un mese e mezzo i nostri malati oncologici senza la possibilità di fare i controlli diagnostici programmati. Poi, come per incanto, forse anche dietro nostre proteste o una interrogazione di un Consigliere Regionale all’Assessore Regionale, tutto si è concretizzato. Le convenzioni che possono costare la vita alle persone si fanno nei primi giorni dell’anno nuovo e non a metà febbraio. Una malata oncologica ha rinunciato a mangiare per farsi fare a pagamento una TAC Total Body.
DITE che farete uno sforzo amministrativo per aumentare le “Case di Comunità o della Salute” senza ricordarvi che l’Elba le sta aspettando dal 2013, alcune delle quali sono già state finanziate;
DITE che attraverso un fantomatico segretariato sociale le donne e le ragazze Elbane potranno accedere all’area “CONSULTORIO” che vergognosamente all’Elba è sita in una sala dell’ospedale alla vista e ai giudizi di tutti, mentre doveva essere istituita nella massima privacy;
DITE di voler risolvere i problemi ma continuiamo ad avere i servizi della salute mentale e delle dipendenze con letti istituiti in reparti di malati comuni (sono cose che succedono solo all’Elba, dove l’impossibile diviene possibile);
DITE di riorganizzare il servizio di Continuità Assistenziale garantito sul territorio Toscano dalla Guardia Medica ben sapendo che qui all’Elba le AVETE CANCELLATE e di questo sono responsabili anche i Sindaci dell’Isola che si sono guardati bene dal protestare per la eliminazione di un servizio importantissimo visto il territorio e l’enorme e difficoltosa distanza dall’unico ospedale.
Basta propaganda, è necessaria la concretezza di azioni decise e utili a migliorare e non a distruggere.
All’Elba dopo l’orario di ambulatorio del proprio medico di base (MMG) sull’isola si è sanitariamente isolati e chi è solo e senza mezzo o amici che lo possono portare all’ospedale può anche morire nell’indifferenza fino alla PROSSIMA propaganda sanitaria. Potete chiedere a qualsiasi Elbano che passa per strada se riesce a fare una visita specialistica in tempi accettabili o un esame diagnostico per valutare un prossimo intervento o cura mirata. Lasciamo a voi capire perché al pronto soccorso l’80% sono accessi impropri e perché sono aumentate le persone che non si curano. Molti di questi che con un piccolo esame diagnostico o una visita specialistica preventiva in tempi logici forse non andrebbero ad ingrossare le presenze nel reparto di Medicina Generale. Provate a prenotare un ECG sotto sforzo e se siete fortunati riuscirete a farlo nel 2024.
Però si legge in un’intervista alla Direttrice Generale ASL nord Ovest che l’Azienda da lei diretta che nelle valli Etrusche per il recupero delle liste di attesa ambulatoriali per prestazioni di diagnostica TAC – RM – Ecografie sono state affidate al privato accreditato 990 mila euro mentre a noi Elbani NON E’ STATO CONCESSO NULLA E SE VUOI FARE QUESTI ESAMI DEVI FARLI A PAGAMENTO O DOPO MOLTISSIMI MESI, DISTANTI DALL’ELBA. L’unica concessione scarsa e insufficiente è stata quella fatta a Febbraio 2023 per i malati oncologici di 100 mila euro lordi e complessivi (ved. delibera) mentre per gli altri Elbani non è stato stanziato nulla e se vogliono sottoporsi ad un esame diagnostico in convenzione devono pagarselo. In più per le valli Etrusche, la Direzione Generale ha autorizzato 340 mila euro per prestazioni in attività aggiuntive per visite specialistiche e diagnostica strumentale. PER NOI NEANCHE UN CENTESIMO.
Leggendo attentamente questa Riforma Sanitaria uno dei capitoli che fa riflettere e capire tante cose è quello dell’Emergenza Urgenza e Ambulanze ma visto i tanti problemi già trattati ci riserviamo di pubblicare nei prossimi giorni una nostra riflessione al riguardo.
Comitato Elba Salute.
(Francesco Semeraro)
Il Parco Minerario può far sapere ai riesi ed ai commercianti se il museo archeologico di Rio Eba aprirà a Pasqua o rimarrà chiuso come nel 2022!! Abbiamo un bellissimo museo che merita di stare aperto!
Il blog di Rio è fermo per un problema tecnico della casa madre. Ripartirà appena possibile.
La caduta dell’amministrazione comunale di Rio il 16 gennaio scorso e i numerosi interventi apparsi sulle testate on-line nei giorni successivi offrono lo spunto per alcune riflessioni di natura etico-politica.
Il tema della corresponsabilità/complicità
Un primo nucleo di considerazioni viene da tre articoli, due di Mattia Gemelli (21 e 25 gennaio) e uno a firma Rossana Braschi, Manuela Chiros e Simona Cignoni (23 gennaio), nei quali si illustra come la condotta amministrativa autoritaria e accentratrice del sindaco abbia compresso sin dal 2018 ogni tentativo di dialogo e di contributo operativo da parte dei consiglieri.
Il tipo di analisi qui proposto mi esime dall’entrare nel merito di affermazioni – contrastate dall’opposta ricostruzione di Valeria Barbagli, Mirco Mancusi e Simonetta Simoni (25 gennaio) – pure necessarie alla formazione del giudizio del cittadino-elettore.
Ciò su cui mi preme invece riflettere in tema di etica politica è il tentativo di declinazione delle responsabilità da parte dei quattro consiglieri. Per comodità farò riferimento al noto caso del Tribunale internazionale di Norimberga che operò in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale e le cui sentenze rappresentano ancora oggi un monumento del diritto contemporaneo: nel 1945 la corte condannò non solo i principali responsabili dei crimini nazisti, ma anche le figure di secondo piano che si erano dichiarate irresponsabili per aver obbedito agli ordini. La sentenza sancì che la partecipazione attiva ai crimini e l’assenza di dissociazione generava complicità.
Uscendo dall’inquietante parallelismo, i consiglieri in questione hanno condiviso per quattro anni e sette mesi quella che a loro giudizio è stata una gestione autoritaria della cosa pubblica senza dissociarsi. Particolarmente grave, in questa chiave, appare la posizione dell’ex-presidente del Consiglio comunale il quale disponeva di deleghe pesanti quali il bilancio e le politiche giovanili, ma soprattutto dei poteri e dello strumento (il Regolamento del Consiglio comunale) potenzialmente in grado di fermare l’involuzione autoritaria, garantire i diritti delle minoranze e attivare le commissioni consiliari, tutte manchevolezze impietosamente richiamate dalla lista di minoranza Terra Nostra in un articolo del 25 gennaio. A sua discolpa, l’ex-presidente invoca la giovane età iniziale (22 anni) e tuttavia gli anni passano e se i comportamenti non mutano ne scaturisce complicità. A quel punto è inutile coinvolgere Erasmo da Rotterdam o Socrate per giustificare un cambiamento di rotta a pochi mesi dalla fine del mandato: è più congruo il riferimento al gesto di Maramaldo sul campo di battaglia di Gavinana nel 1530.
L’espropriazione del diritto all’informazione
Ma c’è un secondo punto nell’esposizione dei quattro consiglieri che stimola una riflessione sul piano etico-politico: la mancata comunicazione al corpo elettorale di quella che essi denunciano come deriva autoritaria dell’amministrazione. Siamo dinanzi a una omissione che lede il fondamento del principio di rappresentanza politica cioè il dovere di informazione dovuto dall’eletto ai rappresentati.
Il mandato elettorale non è un rapporto privatistico tra l’eletto e i propri elettori, esso è generale e dunque realizza una obbligazione di natura pubblica rispetto all’intero corpo elettorale. La mancanza di democrazia nell’istituzione non colpisce solo la dignità del rappresentante, ma l’intero elettorato che deve essere messo nelle condizioni di manifestare il proprio dissenso. Il silenzio diventa allora comportamento omertoso e lesivo del principio di rappresentanza.
Si insiste su questo punto perché l’espropriazione dell’elettorato dalla conoscenza delle cose – un impedimento che ne compromette partecipazione attiva – ci sembra forse il più grave limite nell’esperienza di questa consiliatura.
Un caso esemplare da questo punto di vista è il valzer trasformista della primavera-estate 2020 quando due consiglieri, Cinzia Battaglia a maggio e Fortunato Fortunati ad agosto, abbandonarono la maggioranza senza fornire ai propri elettori motivazioni politiche. L’episodio di trasformismo assunse un aspetto particolarmente sgradevole perché nel caso dell’ex-assessore Battaglia si accompagnò all’accasamento con il circolo PD di Rio Marina, un intervento in netto contrasto con l’indirizzo di un partito che a livello nazionale sanzionava i comportamenti dei senatori Scilipoti e Razzi.
Ad aggravare sotto il profilo etico-politico la situazione, intervenne nello stesso agosto il passaggio del consigliere Barbagli dalla lista Terra Nostra alla maggioranza e il conferimento dell’incarico a vicesindaco.
Al termine della complessa operazione trasformista, l’amministrazione disponeva ancora della maggioranza numerica, ma al prezzo di un grave deterioramento del clima all’interno del consiglio. Per inciso, altre soluzioni più rispettose del galateo istituzionale (ad es., la richiesta alla minoranza di un appoggio politico a fronte di una condivisione di indirizzo su obiettivi qualificanti) avrebbero consentito di salvaguardare la qualità del confronto politico, ma esse non vennero praticate.
L’episodio induce allora a una riflessione su un tema ontologico della politica: un principio strettamente utilitaristico è sempre lecito e dunque il fine giustifica i mezzi? Il perseguimento della vittoria è l’obiettivo della politica o solo uno degli strumenti utili a realizzarne i fini? In altri termini, politica e potere sono sinonimi e dunque interscambiabili?
Sono quesiti che non presentano risposte univoche perché rimandano a interpretazioni diverse di quel particolare aspetto della relazione umana che è la politica e che andrebbero manifestate in via preliminare agli elettori al momento in cui si chiede loro una delega alla rappresentanza.
Tornando al tema guida del paragrafo, la gravità della crisi aperta dal valzer trasformista non fu sottoposta da nessuna delle parti consiliari alla conoscenza e al giudizio degli elettori attraverso un pubblico dibattito, ma si concluse con un comunicato di riassegnazione delle deleghe.
Naturalmente, all’interno della maggioranza non si registrò alcun distinguo.
La destabilizzazione dell’istituzione comunale
L’ultimo tema su cui si richiama l’attenzione del lettore riguarda gli avvenimenti che hanno portato alla fine della consiliatura e al commissariamento. Vi sono distinguibili due fasi: la sconfitta della maggioranza sul tema della portualità riese (19 dicembre 2022); la presentazione delle dimissioni con la decadenza immediata dell’amministrazione e l’apertura del commissariamento (16 gennaio 2023).
Tra le due date è maturata tra Rio Marina e Cavo l’aggregazione di una compagine variegata che ha saldato in modo innaturale partiti di centro-sinistra ed esponenti dichiaratamente mussoliniani, una parte consistente della maggioranza e infine le minoranze consiliari.
Per inciso, anche la convergenza tra queste minoranze offre spunti di riflessione perché è avvenuta superando forti differenziazioni nella qualità dell’azione politica: da un lato una opposizione puntuale sui temi, collaborativa nelle proposte e soprattutto istituzionalmente responsabile (Terra Nostra); dall’altro consiglieri che esercitavano la propria funzione uscendo dall’aula per non votare o evitando accuratamente di intervenire quando presenti: una opposizione ‘da bar’, come è stata definita da una personalità politica locale.
Dinanzi a un arco così frastagliato di posizioni e comportamenti è naturale chiedersi perché causare un provvedimento così traumatico a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato con la consapevolezza di inceppare la macchina amministrativa e pregiudicare il buon esito della stagione turistica del nuovo anno.
Possiamo ipotizzare che si volessero negare all’amministrazione i vantaggi di immagine legati all’inaugurazione di importanti opere pubbliche, oppure che si intendesse infliggere al sindaco un colpo così grave da scoraggiarne la ricandidatura o infine che si volessero definire per tempo schieramenti, incarichi e modalità compensative inevitabili in una compagine variegata: tutte motivazioni in ogni caso legate a vantaggi personali o di partito che il blitz del 16 gennaio ha perseguito a danno della stabilità dell’istituzione comunale.
Insomma, per eliminare i topi si è incendiato il granaio e, ancora una volta, si è impedito che la crisi aprisse un dibattito pubblico attraverso la più corretta forma della presentazione di una mozione di sfiducia. Dinanzi a tanta irresponsabilità, può essere d’aiuto ricordare che purtroppo il vezzo politico della decadenza è frequente nella storia amministrativa ‘piaggese’: ricordiamo la caduta di Fiorenzo Chiesa nel 1966 provocata dall’on. Tonietti, la caduta nel 2000 della giunta Roberto Antonini già messa in crisi da una pesante vicenda giudiziaria aperta dalla vicenda della spiaggia del Cavo, la caduta nel 2012 della giunta Paola Mancuso a 10 mesi dall’insediamento provocata da Fortunato Fortunati per arrivare infine al 16 gennaio 2023 quando vittime e carnefice si sono ritrovati alleati in una nuova destabilizzazione del comune. In altri termini, quella che si è aperta oggi a Rio non è “una nuova fase” della politica riese come sostenuto da esponenti del PD elbano, ma l’ennesimo capitolo di una avvilente storia di malcostume politico le cui conseguenze negative potrebbero rivelarsi più gravi del previsto.
Infatti, ciò che è avvenuto a Rio Marina contrasta con la cultura politica della comunità di Rio Elba. Anche qui non sono mancati contrasti politici al calor bianco con il consueto contorno di denunce, ma essi dal dopoguerra ad oggi non hanno mai compromesso l’istituzione locale che è sempre considerata un bene primario. Gli unici commissariamenti sono stati provocati dalla decisione di due sindaci (Catalina Schezzini 2019 e Claudio De Santi 2016) di concludere prematuramente il mandato. Per inciso, questo atteggiamento nei confronti dell’istituto comunale non può portare ad argomentare la superiorità morale di una comunità sull’altra, ma registra una diversità di comportamento politico; da questa è ragionevolmente possibile dedurre che l’operazione orchestrata tra Cavo e Rio Marina renderà ancora più difficile l’unificazione alimentando a Rio Elba il timore che prassi politiche così aggressive possano aggravare le condizioni della parte più fragile del territorio.
In conclusione, siamo consapevoli che le riflessioni sin qui sviluppate contribuiscano solo in parte ad orientare il comportamento elettorale. Altri elementi – ad esempio, la competenza amministrativa, la disponibilità a rappresentare l’insieme dei cittadini e non solo la propria fazione, la capacità di ascoltare la popolazione, di favorire e promuovere iniziative economiche, di garantire l’efficienza dei servizi amministrativi, di analizzare le dinamiche sociali e demografiche del territorio, i rapporti fiduciari, ecc. – accompagneranno l’elettore nella formulazione della sua scelta.
E tuttavia, vorremmo ricordargli che il voto si fonda su una delega della rappresentanza e che questa costituisce un patrimonio inalienabile e intrasferibile del cittadino: è il cardine del sistema liberal-democratico in cui viviamo. Valutare costantemente come gli eletti gestiscono e rispettano la nostra delega fa parte dell’equilibrio tra diritti e doveri su cui si regge l’intero sistema. Quando rinunciamo a questo controllo, ci poniamo nelle condizioni di essere ridotti a sudditi in casa nostra.
Giuseppe Paletta
Vorrei fare un plauso alla squadra di operai incaricata del taglio dell'erba nelle zone Casa del Duca - Bucine nei giorni scorsi.
Oltre al taglio vero e proprio hanno provveduto alla rimozione di tutto lo sporco che si era accumulato nei fossi lato strada, ridando un aspetto molto più decoroso a tutta la zona.
Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero. E il blog di Rio è chiuso. Stefania
Giuseppe Paletta, fa una lunga analisi della vicenda di che ha condotto alla crisi al Comune di Rio.
Lo fa con chiarezza e fa emergere alcune cose:
1. il sindaco Corsini se dotato di capacità amministrativa, ha fallito politicamente nel rapporto con asssessori e maggioranza (si è sentito padrone, diciamo) ma soprattutto con la popolazione in generale
2. la maggioranza e gli assessori sono stati deboli, acquiescenti verso il sindaco forse non l'hanno aiutato a capire
3. la minoranza ha fatto il suo e sembrfa anche con dignità
4. le forze politiche scontano una debolezza intrinseca alla carenza di valori e contenuti condivisi, alla modalità relazionale con la popolazione fondata in genere su conoscenza e convenienza, aggregazione in forza di pacchetti di voti che si possono spostare a seconda delle convenienze e non di idee e programmi.
5. i cittadini devono capire che o partecipano, fanno politica o le amministrazioni faranno sempre questa fine e sono responsabili anche loro perchè magari pensano all'utilità di una volta perchè conoscono quello o questo
La conseguenza si spera possa essere una sola: quella che chi decide di presentarsi a guidare il comune abbia la capacità di mettere giù un programma chiaro, semplice, per punti, dichiari l'impegno a rapportarsi con i cittadini.
Da Gualberto Gennai, Melbourne – Australia, 25 febbraio 2023
Caro Diversi, anche tu, come molti altri, quando scrivi stai evadendo complicando le risposte non idonee a quanto detto.
Una vecchia canzone cosi recitava; “a modo mio a modo mio!” Sei confusionario nel rispondere e in più occasioni intendi di voler sfoggiare la tua superiorità che non è culturale! Allarghi troppi fronti come lo fa Putin (il Macellaio) contro un popolo invaso.
Manchi di quella serenità che solo il Cristianesimo avrebbe potuto darti, ma ti manca il Tibet per poterti far coccolare dai buddisti che tu hai abbracciato. Beato te!! Ho capito chi sei quindi non rispondere più perché non intendo dare risposte ai migliori della classe.
Gualberto Gennai
PS. dimenticavo di dirti che i fattucchieri del dissalatore si sono introdotti a casa nostra (Capoliveri) ed è questo il motivo che vogliamo mandarli via perchè gli intrusi vanno cacciati anche a male modo, anche se a te non piace caro “longobardo”!!
Mi scuso se scrivo qui, ma qualcuno sa dire a noi riesi perché da due giorni non è più possibile accedere a Rio blog????
Grazie a chi risponderà