Mi scrive il Signor Piero :
“Grande Paternò !!!
Sempre analisi lucide e puntuali che riescono a centrare il problema. D·altra parte anche tu hai fatto parte dell·associazione.
Purtroppo questi semplici concetti non entrano nella zucca dei grandi eletti o forse qualcuno di più potente riesce a imporre i propri interessi a quelli di molti.
Naturalmente si vocifera che sarà un albergatore a rilevare l·agenzia Ilva riconoscendo quelle potenzialità che hai bene evidenziato “
Verissimo. Sono stato consigliere per moltissimi anni, diciamo sin dal mio arrivo all’ Elba. Portavo , o credevo di poter portare, le esperienze associative delle Associazioni Albergatori di Rimini,a più importante d’Italia per numero di soci ( nel settore balneare )
La prima cosa che chiesi fu quella di redigere il verbale di ogni riunione, registrando sia l’ordine del giorno che le eventuali votazioni ( favorevoli, contrari, astenuti ) Fui guardato “ di traverso “ ma accontentato con soddisfazione anche di chi non ci aveva mai pensato ( a parte il fatto che la verbalizzazione dei contenuti e dei risultati del consiglio di amministrazione siano obbligatori perché, dietro ad ogni argomento votato vi sono delle responsabilità. Lapalissiano ma completamente ignorato.
E’ assai probabile, come dici tu, caro sconosciuto Piero, che sia un albergatore ad acquisire la Moritura e magari, mi voglio sbilanciare un poco, un albergatore imprenditore già agente di viaggio. So che è difficile individuarlo dato che di agenti di viaggio che sono anche albergatori ed imprenditori ve ne sono migliaia sull’isola verde&blu. Aggiungo che è uomo intelligente e pronto ad ogni sfida , Stiamo a vedere: chissà che da un comprovato danno ( le tre collaboratrici lasciate a casa e l’immagine malconcia dell AAE) non ne venga un beneficio per l’associazione dato che il problema della agenzia non era delle tre impiegate non guidate da alcuno ma del consiglio che avrebbe dovuto guidare l’agenzia stessa, non fornendo certo ,purtroppo, idee e fattività. Ma chiunque andrà a comperare non lo farà certo per beneficienza o nobiltà d’animo. Non vedo Cavalieri Bianchi all’orrizzonte. Forse basterebbe mettere una guida vera all’agenzia viaggi, un inventore, un movimentatore di eventi, uno che conosca il valore dell’ empatia e sappia sfruttare il grande valore del marchio che l’ AAE porta in sé.
L’agenzia di viaggio di una grande ( mi riferisco al numero ) associazione albergatori non deve “ attendere “ il cliente; lo deve andare a stanare a casa sua dall’alto ed in forza della sua credibilità associativa. ( che dovrebbe garantire la qualità indiscutibile, commisurata ai prezzi, di ogni albergo associato )
Ma si vede che una agenzia troppo attiva e troppo forte nella ricerca di Ospiti dava fastidio a troppi. Avrebbe potuto tirare fuori dal cilindro un enorme numero di conigli turistici, non bidoni turistici ma prodotti e modalità operative che nessun agente privato avrebbe potuto contrastare. Ma per fare questo i presidenti non devono avere debiti elettorali, ne compiacenze da restituire, ne campagne elettorali fatte porta a porta coinvolgenti anche l’ultimo dei pizzaioli.
Quando l’associazione arriva a spaccarsi in due tronconi, come fu nelle elezioni che videro la prima vittoria di Antonini, vuol dire che l’associazione è finita. Ed anziché cercare un personaggio che riportasse serenità fra i due gruppi ( chiamiamoli, impropriamente, i ricchi e i poveri, come quei cantanti degli anni ’70 ) Antonini ed il suo gruppo si scatenò in una campagna elettorale mai vista prima. I cosiddetti “ poveri “ ( nel senso di alberghi medio piccoli ) vinsero con l’aiuto fondamentale di tutti gli iscritti spuri ed il gruppo dei ricchi ( grandi alberghi ) furono tutti fatti fuori fatto salvo Massimo De Ferrari che si accontentò di un posto in seconda fila, lui che poteva essere il presidente naturale degli albergatori per la qualità eccelsa delle sue gestioni, la bellezza dei suoi alberghi, l’onestà e la generosità che lo indicano all’affetto di tutti. Io stesso fui salvato dalla ghigliottina poverodemocratica forse perchè avevo troppi consensi personali che nessuna minaccia o pressione poteva allontanare.
Antonini insistette sul concetto “ che era ora di finirla, di far comandare ai grandi, era ora di passare la guida agli alberghi piccoli etc etc e dato che i piccoli sono numericamente più dei grandi e che i voti non si pesano ma si contano, vinsero i piccoli credendo che con la presa del Palazzo d’ Inverno tutti i loro problemi si sarebbero risolti. Abbiamo visto.
Il prossimo passo sarà quello di vendere la sede ove l’associazione risiede. Operazione forse non più rinviabile visto lo stato del bilancio.
Saluti a chi li gradisce,
bp