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LA DESTRA INFO da LA DESTRA INFO pubblicato il 16 Settembre 2008 alle 19:24
Antifascisti? Anche se tutti noi no Categoria : Opinione Di Dario Reinardi Dopo le polemiche innescate dalle parole di La Russa e Alemanno prima, e soprattutto da Fini poi, in merito alla questione “Rsi.-fascismo-antifascismo”, stranamente per diversi giorni ho pensato all´inno irlandese. Mi direte: “che diavolo c´entra l´inno irlandese?” In linea teorica proprio nulla, eppure certi suoi passaggi risuonavano prepotentemente nella mia mente, senza volermi abbandonare. Esiste in particolare un passaggio molto significativo di quel testo, che qui brevemente cito: “I nostri padri combatterono prima di noi/ e lottarono sotto la stessa vecchia bandiera/ che fiera sventola sopra di noi/ Siamo figli di una razza combattente/ che mai finora ha incontrato disonore/ e come marciamo a fronteggiare il nemico/ canteremo una canzone da soldato”. Pensando alla mia area politica, quella di destra, credevo fermamente anch´io come gli irlandesi di combattere sotto la stessa bandiera dove lottarono i nostri padri e nonni… Credevo anch´io di far parte di una razza combattente che mai aveva incontrato disonore (quantomeno fino a Fiuggi), pronti a marciare per fronteggiare i nemici. Credevo davvero che nei nostri valori irrinunciabili ci fossero parole come dignità, fedeltà, onore. Invece mi sono trovato a fare i conti con persone che ogni giorno abiuravano, disonoravano, tradivano, sputando sul piatto dove per anni avevano mangiato, offendendo pure la memoria di chi gli aveva preceduti e di chi aveva versato il sangue per difendere e mantenere viva una fede, un´idea, un onore. Appunto, credevo…. Tralasciamo le vicende fiuggiane, dal momento che ormai sono stati sparsi fiumi d´inchiostro sull´argomento. Tralasciamo pure le piroette finiane su tematiche come voto agli immigrati, legge 40, ingresso nel PPE e nel PDL, ed ovviamente quelle di carattere storico. Tralasciamo tutto, dal momento che l´individuo in questione lo conosciamo bene, purtroppo….ma non possiamo certo far finta di nulla quando questo “signore” si spinge oltre, andando a parare su argomenti tipici di chi sta a sinistra. Sostenere che la destra debba riconoscersi nell´antifascismo, quell´antifascismo nel nome del quale sono morti molti nostri connazionali e camerati, nel nome del quale ancor´oggi come allora la nostra comunità subisce violenze ed attentati terroristici, ecco, il solo voler far credere che sia questa la strada da seguire d´ora in avanti, mi lascia totalmente sbigottito. Ritengo che l´attuale presidente della camera non abbia ormai più alcun titolo per parlare a nome e per conto della destra italiana. Diventa quasi ridicolo quando menziona quel nome. Egli ha scelto di andare al centro e forse fra qualche anno aspettiamoci pure dal personaggio in questione un´ulteriore virata, probabilmente a sinistra, magari seguendo le orme di un suo illustre ex compagno di partito, tale Fisichella, che dopo aver contribuito a fondare An, lo abbiamo poi ritrovato nella scorsa legislatura nel centro sinistra, alleato di Bertinotti, Diliberto e Caruso. Si accomodi pure signor presidente della camera, entri nei palazzi che le competono, quelli del potere e della mancanza di dignità, ma la prego, non venga a darci lezioni su cosa dev´essere la destra italiana. La destra come è sempre stata intesa, fin dai tempi del MSI, è quella che non pretende di “restaurare” ma che allo stesso tempo si rifiuta categoricamente di “rinnegare”. Il fascismo, se lo metta bene in testa on. Fini, per la destra italiana ha le stesse funzioni delle radici per una pianta. Non si possono tagliare. O meglio, per dirla alla Mussolini: “le radici profonde non gelano mai”. Nel 1993 era proprio lei che rivendicava perentoriamente: “A cinquant´anni dalla fine della guerra nessuno può pretendere che il MSI faccia in qualche modo un´abiura di ciò che è stato. Non dobbiamo sconfessare un bel niente”. In un libro si spingeva anche oltre, affermando: “Sono convinto che l´intuizione mussoliniana di una terza via alternativa al comunismo e al capitalismo sia ancora oggi attualissima. Il nostro compito è di attualizzare, in una società postindustriale alle soglie del 2000, gli insegnamenti del fascismo che con la Carta del lavoro del 1927, l´Umanesimo del lavoro di Gentile e i 18 punti di Verona della Rsi, ha lasciato un testamento spirituale, dal contenuto profondamente sociale, dal quale non possiamo prescindere”. Ecco, on. Fini, è questa l´identità e l´eredità della destra. Si ricordi di quando la sua mente era ancora connessa con la realtà del nostro mondo e della nostra comunità militante. Altro che destra antifascista! E´ come pretendere di sostenere che la terra è quadrata. Questo suo delirio è frutto di un virus che prende solo chi necessita di ambizioni di potere. Già, se non avesse preso quel germe, a quest´ora non avrebbe ottenuto la presidenza della camera e un domani forse quella del consiglio. Però avrebbe potuto guardarsi con dignità allo specchio. Ma purtroppo, per usare un termine andreottiano che forse le si addice: “il potere logora chi non ce l´ha.” A lei quest´astinenza le ha fatto così tanto male, da arrivare a sputare sul piatto dove per anni ha mangiato, a vomitare sulle tombe di chi l´ha sostenuta e di chi è morto anche per garantire a gente come lei di arrivare ad intraprendere una carriera politica, sotto le bandiere di un grande ideale. Ha persino sputato sulla memoria del suo ex padre spirituale, quel Giorgio Almirante che forse oggi si starà rivoltando nella bara, ma lo sappiamo, per lei non c´è limite al disonore, alla vergogna, all´ignominia. La bella vita, il potere, le ambizioni personali oltrepassano tutto e tutti. Questo è l´insegnamento che sta dando alle nuove generazioni. Complimenti! Alle nuove generazioni invece io dico di rifiutarsi categoricamente di sostenere ed accettare un´ infamia come l´antifascismo, ricordandosi che il potere non dura per sempre, mentre l´onore e la dignità di una persona sì. Forse saremo rimasti in pochi a lottare, a marciare, a cantare questa “canzone da soldato”, di gente che vuol combattere ancora per difendere “l´idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee”. E lo faremo, anche se probabilmente stando alle sue direttive, on. Fini, dovremmo unicamente intonare il “de profundis”. Forse. Ma le dirò: a differenza sua e dei suoi lacchè, noi abbiamo ancora una dignità, e quindi al suo invito all´abiura ed al salto sul carro dei vincenti, rispondiamo fermamente: “anche se tutti, noi no!” Dario Reinardi Presidente associazione culturale “Italia Nazionalista Cristiana”
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