Ho seguito, stupita ed amareggiata, le modalitร con cui รจ stato eseguito lo sfratto da una casa comunale, nei confronti di una donna e bambini in chiara difficoltร .
Non entro nel merito delle motivazioni. Concordo con lโobbligo della legalitร , la quale non viene applicata con stessa solerzia e dispiego di forze dellโordine, quando lโoccupazione abusiva riguarda immobile di proprietร privata.
In quel caso, il proprietario, oltre a non riscuotere alcunchรฉ, รจ obbligato a continuare a pagare in molti casi il mutuo, condominio, tasse e ingenti spese legali, onde ottenere la liberazione dellโimmobile, che, anche con procedura dโurgenza, richiede anni.
Fatto ancora piรน assurdo, nelle graduatorie per lโassegnazione di case popolari, vengono inseriti soggetti, che risultano โcomproprietariโ di beni immobili i quali non avendo la piena titolaritร del bene, hanno diritto di essere inseriti nelle graduatorie stesse, indipendentemente dal valore della quota di proprietร ; sarebbe auspicabile che oltre alla dimostrazione reddituale, venisse accertata la situazione patrimoniale di tutti i componenti il nucleo familiare del richiedente al fine di non ridicolizzare il contributo obbligatorio che ogni lavoratore versa per la realizzazione di edilizia popolare. A paritร di occupazione abusiva, lโoccupante di immobile privato si trova indebitamente in raddoppiate condizioni privilegiate. Continuare ad applicare regole diverse, scindendo il concetto tra โpubblicoโ e โprivatoโ continua a creare forti discriminazioni nei confronti del cittadino Italiano.